L’Unione nazionale avvocati amministrativisti (UNA) ha partecipato alla procedura di consultazione avviata da ANAC sul tema della scelta dei legali da parte degli enti pubblici lamentando in primo luogo “il metodo, i tempi e i contenuti del documento di consultazione relativo all’affidamento degli incarichi legali”. Sul metodo UNA ha rimarcato l’interruzione del confronto diretto e la mancata convocazione di un tavolo di confronto tra tutte le parti interessate (l’Associazione dei Comuni). Nel merito gli avvocati hanno ribadito i rischi per gli stessi enti committenti legati a gare al massimo ribasso: “la misura del compenso non può eludere il principio di adeguatezza dello stesso e le prestazioni non sono fungibili, ne’ comparabili sulla base di elementi oggettivi predeterminati”. Inoltre “la predisposizione di elenchi non può essere vincolante, nell’interesse dell’amministrazione stessa, unico vincolo sono i requisiti d’iscrizione all’Albo”. E ancora, la selezione “dovrebbe essere una procedura esplorativa che consenta di motivare al meglio la scelta, posto che il rapporto da instaurare resta caratterizzato dalla natura di opera intellettuale e nel contempo dalla natura personale e fondamentale dei diritti che vengono affidati alla cura del professionista”.
Tra i rilievi mossi dagli amministrativisti sul tema, innanzitutto “si è in presenza di un problema interpretativo che come tale non può che esulare dalle competenze attivate da ANAC”. In ogni caso nell’interpretare le norme comunitarie e quelle del codice dei contratti pubblici, che espressamente prevedono l’esclusione di queste tipologie di prestazioni dal regime degli appalti, non si può arrivare ad un risultato opposto a quello voluto dal legislatore e sottoporre la scelta a quelle medesime procedure. UNA quindi confida che ANAC nella propria determinazione finale modifichi radicalmente la posizione assunta con il documento posto in consultazione.
Milano, 15 maggio 2017