Comunicato della seconda giornata – Unaa Ravello
Giustizia: Pajno ad avvocati Amministrativisti, beni culturali devono vivere al di là degli interessi in gioco
Franceschini, bene verifica misure adottate, aperti a nuovi interventi. Fantigrossi, trasformare le regole in risorse
“I beni culturali risentono delle tensioni tra vari segmenti: pubblico e privato, tutela e valorizzazione, Stato e mercato, centro e periferia. E vanno dunque bilanciati gli interessi in gioco tra diritto e economia. Il bene culturale deve però comunque ‘vivere’ al di là dei profili legati a tutti questi segmenti”.
Cosi’ il presidente del Consiglio di Stato Alessandro Pajno intervenendo a Ravello al convegno annuale dell’Unione nazionale Avvocati Amministrativisti iniziato il 27 ottobre e che terminerà domani, dedicato ai beni culturali.
“I Beni culturali sono attraversati da un percorso di riforma che se andrà a buon fine sarà un modello virtuoso nella pubblica amministrazione italiana”, ha sottolineato il presidente dell’Unione nazionale avvocati amministrativisti Umberto Fantigrossi, che ha aggiunto: “Su un bene culturale centro e periferia non possono che essere insieme: tradurre nelle politiche i beni culturali come bene comune è la strada, così come la trasformazione delle regole in risorse. E il diritto è la possibile soluzione se si esce dall’autoreferenzialita’. L’avvocato, oggi mal percepito nella società”, ha concluso Fantigrossi “deve essere una risorsa con la sua competenza in quei processi per il bene comune, processi che hanno ad oggetto il paesaggio e i beni culturali”.
Dialogo e collaborazione con gli avvocati amministrativisti sono stati espressi, nel messaggio inviato al convegno nazionale di Ravello, dal ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini. “Queste occasioni – ha sottolineato Franceschini – sono necessarie e opportune sia per verificare gli effetti delle misure introdotte dal Parlamento e dal Governo, sia per sollecitare ulteriori interventi”. Proprio su questo tema in relazione ai referendum che si sono tenuti e che “mettono in moto un meccanismo di trattativa tra lo Stato e le Regioni sul federalismo differenziato”, il ministro aveva evidenziato che il paesaggio e i beni culturali “non possono entrare in questa trattativa”.
E Ravello, candidata a capitale d’Italia della Cultura per il 2020, non può che essere l’emblema delle bellezze della nostra Italia: “Ravello, costiera amalfitana, sito dell’Unesco e patrimonio dell’umanità, il bello ci circonda”, ha fatto notare il presidente della Camera amministrativa salernitana Lorenzo Lentini, che ha proseguito: “è la cornice ideale per parlare del patrimonio naturale del nostro Paese, tra tutela, sviluppo culturale e patrimonio. E se ne è parlato con relatori e addetti ai lavori di alto profilo scientifico”. Il sindaco di Ravello Salvatore di Martino, rinnovando un impegno costante a portare avanti politiche di tutela e valorizzazione dei beni culturali su cui la città ha investito il suo futuro, ha rilanciato sulla necessità di rendere “concreta l’affermazione che cultura equivale a economia”.
Ravello, 28 ottobre 2017