Aprile, poteva sembrare un mese tranquillo di quarantena. E’ stato, invece, un mese tra i più intensi, della cui importanza ci renderemo conto nel corso del tempo. I cambiamenti che, nella nostra professione e nel processo amministrativo, si sono imposti per necessità non condizionano solo il nostro presente, aprono uno scorcio sul nostro futuro. Il confronto tra tutti – avvocati, giudici, istituzioni - è stato talvolta conflittuale, ma nella consapevolezza di dover trovare insieme soluzioni che non si conoscono a problemi che sono immediati.
Certo, la qualità della legislazione è scesa a livelli che solo l’emergenza può spiegare. In attesa di migliorarla, la sua interpretazione e applicazione dipendono da uno sforzo collettivo e da un senso di responsabilità senza i quali non si giunge da nessuna parte.
Questo numero della newsletter è un po’ il segno di tutto ciò. Le cose da segnalare sono così tante che si fa fatica a ricordarle (se ne dimenticano troppe). Dànno, però, il senso di quanto accaduto, dei tentativi fatti, della loro coralità; e, infine, anche del ricordo per coloro che ci hanno lasciato e per i comuni valori di cui siamo eredi.
Le prospettive delle udienze da remoto, del telelavoro, della formazione e degli incontri a distanza, sono, insieme, occasione da sviluppare e motivo di preoccupazione. Ma sbaglieremmo a non essere consapevoli dei cambiamenti in atto. (S.B.)