Meglio partire da ciò che incide sulla nostra attività e sulla possibilità di svolgerla.
E dunque rimane fondamentale il tema delle specializzazioni, che potranno diventare un presupposto per gli incarichi delle p.a., e dei percorsi per conseguirle.
Ma fondamentale è anche il “via libera” del TAR Lombardia alle gare al massimo ribasso: spetta a chi si propone per un incarico alla p.a. indicare il compenso che ritiene. Va bene, ma allora a che serve parlare di equo compenso? Basta il normale incontro tra domanda e offerta. Insomma, siamo giunti al cuore della questione. Se si vuole che la p.a., per i valori di cui è portatrice, paghi un compenso oggettivamente equo, serve una norma di legge che ribadisca che non può dare incarichi per corrispettivi inferiori ai parametri. Se no, è inutile.
Temi, evidentemente, che portano a interrogarci sulla figura stessa dell’avvocato. E sui quali si sente la necessità della voce di chi rappresenta istituzionalmente l’Avvocatura.
(S.B.)